Partendo dall'infortunio dello sprinter giamaicano a Londra, proviamo a capire cosa è meglio fare per ritornare in pista il prima possibile.
Il mese di Agosto, per quanto riguarda l'atletica leggera , quest' anno è stato sinonimo di Campionati Mondiali, che hanno riservato a tutti noi, addetti ai lavori e non, grandissime sorprese.
Nella capitale inglese abbiamo assistito a grandi prestazioni tecniche, ma anche a clamorose sconfitte come Mo Farah nei 5000m, Renaud Lavillenie nell'asta e soprattuto Usain Bolt nei 100m.
Lo sprinter giamaicano, oltre a chiudere la carriera sul gradino più basso del podio, è stato vittima di un importante infortunio che l'ha costretto a fermarsi improvvisamente e accasciarsi dolorante a terra, mentre era nel pieno della velocità nell'ultima frazione della finale della 4x100.
Inizialmente il medico della nazionale caraibica aveva ipotizzato come causa dell'improvviso stop il sopraggiungere di forti crampi; successivamente, dopo aver sottoposto l'atleta ad una risonanza magnetica, è arrivata la diagnosi e l'esito è stato ben diverso: "lesione alla giunzione miotendinea prossimale del bicipite femorale sinistro".
Sicuramente, anche se non più impegnato nell'attività agnostica, ora lo attenderà un periodo di riabilitazione e riatletizzazione non breve, ma senza la necessità di forzare i tempi.Prendendo spunto dall'infortunio di Bolt, che tra l'altro è molto frequente in chi fa attività sportiva, di seguito cercherò di darvi qualche informazione in più, sia per conoscere meglio il muscolo che si è infortunato e sia su cosa fare per ritornare all'attività dopo aver subito una lesione muscolare.
Il bicipite femorale:
- chi è : insieme al muscolo semitendinoso e al muscolo semimembranoso forma gli ischiocrurali.
- dove si trova: nella regione posteriore e laterale della coscia. Origina da due zone distinte: la prima è la tuberosità ischiatica (la sporgenza ossea che potete sentire se vi palpate alla fine del gluteo) mentre l'altra è a metà della lunghezza del femore. Si inserisce, unendosi le due origini in un tendine comune, sulla testa del perone (l'osso sporgente a forma semi sferica che potete palpare sul lato esterno del vostro ginocchio)
- cosa fa: la sua azione è flettere la gamba ed estendere la coscia. Inoltre tende a portare in rotazione esterna la gamba.
La giunzione miotendinea: che cos'è
È il punti di unione tra il tessuto connettivo del muscolo e i fasci di collagene del tendine corrispondente, che poi rappresenterà il mezzo di ancoraggio del muscolo all'osso.Le possibili cause
- affaticamento muscolare
- squilibri di forza
- tempi di attesa lunghi nel pre-gara
- riscaldamento insufficiente
- presenza di contratture e/o scarsa efficienza muscolare
- temperature fredde e grande variabilità di condizioni climatiche
- tensione emotiva
- presenza di fibrosi post - infortunio
Segni e sintomi
- dolore
- ematoma nella parte posteriore della coscia
- debolezza nell'arto inferiore
- zoppia durante la deambulazione
- difficoltà nell'estensione del ginocchio
Dal trauma al rientro in pista: cosa fare
primo e secondo giorno
- consulto medico e/o fisioterapico
- ecografia o rmn ( meglio dopo le 48 h )
- riposo per evitare un peggioramento dell'entità della lesione
- ghiaccio per ridurre l'ematoma e lo stato di infiammazione
- compressione ed elevazione
- laser terapia o tecar terapia per ottenere un effetto antalgico e antinfiammatorio
dal terzo al decimo giorno
- kinesio-taping drenante sulla zona di lesione, che una volta tolto il bendaggio compressivo sarà un coadiuvante delle altre terapie nella gestione e nella risoluzione dell'edema
Inoltre, considerando che la mobilizzazione precoce, rispetto all'immobilità, favorisce una rigenerazione migliore delle fibre del muscolo e determina un orientamento più parallelo delle nuove miofibrille sarà possibile introdurre nel percorso riabilitativo:
- esercizi isometrici
- esercizi isotonici
- mobilizzazione passiva
dal decimo al 20 giorno
- Ipertermia e/o tecarterapia che migliorano la vascolarizzazione e l'apporto di ossigeno nella zona interessata
- Ultrasuonoterapia che facilita la rimozione dei cataboliti
- trattamento manuale in un primo momento lontano dalla lesione, e poi in base all'evoluzione della riparazione in atto, anche nella zona cicatriziale
- kinesio-taping
- idrokinesiterapia, che faciliterà il rilassamento dei tessuti connettivi e l'allungamento
- esercizi di allungamento, introdotti in maniera cauta e graduale poiché dopo 10 gg dal trauma a livello muscolare è presente una sufficiente resistenza alla tensione della cicatrice
- corsa lenta sotto la soglia del dolore
dal ventesimo giorno in poi…
- esercizi isotonici, concentrici ed eccentrici
- esercitazioni tecniche specifiche per recuperare l'efficienza e la forza muscolare
- fibrolisi meccanica per eliminare fibrosità residue, ma solo in caso di presenza delle stesse
- trattamento osteopatico, volto al ripristino di un equilibrio meccanico e fasciale affinché si possa riprendere l'attività in assenza di compensi e squilibri post-traumatici
#feelgoodrunfast
Dott. Cristian Bruno Osteopata D.O. e Fisioterapista della Nazionale di Atletica Leggera
ALLUNGAMENTO BICIPITE FEMORALE
ESERCIZIO DI CONTRAZIONE ECCENTRICA PER IL BICIPITE FEMORALE